
Il dottor Guglielmo Carbone, medico, è candidato nelle fila del partito socialista. Nonostante gli impegni lavorativi, mi ha concesso qualche minuto del suo tempo.
In un’intervista di qualche tempo fa, rilasciata a Vanity Fair poco prima delle elezioni nazionali, il segretario socialista Boselli attaccava pesantemente Veltroni ed il PD. Adesso, a Scicli, voi socialisti appoggiate la candidata sindaco del partito democratico, Venerina Padua.
Prima delle elezioni nazionali, noi socialisti abbiamo fatto un tentativo per presentarci unitariamente al PD. Non è stato possibile raggiungere l’accordo perché, nei pensieri di Veltroni, c’era la semplificazione del panorama politico. Motivazione pretestuosa. L’alleanza con l’Italia dei Valori lo testimonia. Comunque, non è il caso di continuare le polemiche e, come diceva Pietro Nenni, la politica non va fatta con i risentimenti.
Le racconto ora la nostra decisione di appoggiare la candidata del PD. Quando ancora le candidature a sindaco non erano state ufficializzate, abbiamo cercato di avviare un dialogo con tutte le forze che si ispirano ai valori ed alla tradizione del centro sinistra, sia partiti sia liste civiche. La nostra aspirazione era una candidatura unitaria, scaturita da primarie allargate all’intero centro sinistra. Quando abbiamo constatato che ciò non sarebbe stato possibile, abbiamo optato per la candidatura più caratterizzata politicamente. Venerina Padua è la candidata unitaria di tutte le forze tradizionali della sinistra italiana.
Il partito socialista non ha nessun seggio in Parlamento. Quali sono le vostre aspettative per il consiglio comunale?
Attualmente il Partito Socialista non è rappresentato in Parlamento, così come altre forze della sinistra. Questo non comporta automaticamente la fine della nostra attività politica. Anzi, rafforza le nostre energie per continuare a testimoniare il nostro impegno. La presenza nelle istituzioni non può e non deve essere l’esclusivo fine dell’azione politica, che deve essere invece continua ed incisiva e non può esaurirsi in prossimità degli appuntamenti elettorali. Siamo consapevoli delle difficoltà che abbiamo per raggiungere la rappresentanza consiliare, ma siamo altrettanto consapevoli che, comunque vadano le elezioni, noi continueremo ad esserci e ad esercitare il nostro ruolo di sezione dell’Internazionale Socialista.
Per le elezioni nazionali, la campagna di comunicazione dei socialisti era, secondo me, la più bella. “Sono giovane e sono incazzato”, “Sono donna e sono incazzata”, dicevano i manifesti. Lei in che categoria sta e quanto è arrabbiato?
Mi fa piacere che lei abbia apprezzato gli slogan del Partito Socialista, che per tradizione deve recepire e cercare di risolvere il disagio delle componenti più deboli della società: disoccupati, precari, donne, extracomunitari. L’unica cosa che mi fa incazzare è che voi giovani non vi incazzate abbastanza. Non prendete coscienza della vostra debolezza, non cercate risposte collettive e vi affannate, invece, a cercare soluzioni individuali che portano diritti a essere le vittime delle forze clientelari di turno, qualunque sia il loro colore.
Il Sindaco uscente è un suo collega, altri due candidati sindaco sono medici come lei. Passare così tanto tempo con le persone, ascoltare i loro problemi, quanto è utile per fare il politico?
La sua sottile domanda vuole evidenziare un reale problema. I medici, cui i cittadini affidano la salute, il loro bene più caro, a volte possono forzare la reale volontà politica dei loro assistiti. Ma mi consenta di aggiungere che questo non è il caso di nessuno dei miei colleghi che ha citato…
La mia domanda non era affatto tendenziosa…
In un’intervista di qualche tempo fa, rilasciata a Vanity Fair poco prima delle elezioni nazionali, il segretario socialista Boselli attaccava pesantemente Veltroni ed il PD. Adesso, a Scicli, voi socialisti appoggiate la candidata sindaco del partito democratico, Venerina Padua.
Prima delle elezioni nazionali, noi socialisti abbiamo fatto un tentativo per presentarci unitariamente al PD. Non è stato possibile raggiungere l’accordo perché, nei pensieri di Veltroni, c’era la semplificazione del panorama politico. Motivazione pretestuosa. L’alleanza con l’Italia dei Valori lo testimonia. Comunque, non è il caso di continuare le polemiche e, come diceva Pietro Nenni, la politica non va fatta con i risentimenti.
Le racconto ora la nostra decisione di appoggiare la candidata del PD. Quando ancora le candidature a sindaco non erano state ufficializzate, abbiamo cercato di avviare un dialogo con tutte le forze che si ispirano ai valori ed alla tradizione del centro sinistra, sia partiti sia liste civiche. La nostra aspirazione era una candidatura unitaria, scaturita da primarie allargate all’intero centro sinistra. Quando abbiamo constatato che ciò non sarebbe stato possibile, abbiamo optato per la candidatura più caratterizzata politicamente. Venerina Padua è la candidata unitaria di tutte le forze tradizionali della sinistra italiana.
Il partito socialista non ha nessun seggio in Parlamento. Quali sono le vostre aspettative per il consiglio comunale?
Attualmente il Partito Socialista non è rappresentato in Parlamento, così come altre forze della sinistra. Questo non comporta automaticamente la fine della nostra attività politica. Anzi, rafforza le nostre energie per continuare a testimoniare il nostro impegno. La presenza nelle istituzioni non può e non deve essere l’esclusivo fine dell’azione politica, che deve essere invece continua ed incisiva e non può esaurirsi in prossimità degli appuntamenti elettorali. Siamo consapevoli delle difficoltà che abbiamo per raggiungere la rappresentanza consiliare, ma siamo altrettanto consapevoli che, comunque vadano le elezioni, noi continueremo ad esserci e ad esercitare il nostro ruolo di sezione dell’Internazionale Socialista.
Per le elezioni nazionali, la campagna di comunicazione dei socialisti era, secondo me, la più bella. “Sono giovane e sono incazzato”, “Sono donna e sono incazzata”, dicevano i manifesti. Lei in che categoria sta e quanto è arrabbiato?
Mi fa piacere che lei abbia apprezzato gli slogan del Partito Socialista, che per tradizione deve recepire e cercare di risolvere il disagio delle componenti più deboli della società: disoccupati, precari, donne, extracomunitari. L’unica cosa che mi fa incazzare è che voi giovani non vi incazzate abbastanza. Non prendete coscienza della vostra debolezza, non cercate risposte collettive e vi affannate, invece, a cercare soluzioni individuali che portano diritti a essere le vittime delle forze clientelari di turno, qualunque sia il loro colore.
Il Sindaco uscente è un suo collega, altri due candidati sindaco sono medici come lei. Passare così tanto tempo con le persone, ascoltare i loro problemi, quanto è utile per fare il politico?
La sua sottile domanda vuole evidenziare un reale problema. I medici, cui i cittadini affidano la salute, il loro bene più caro, a volte possono forzare la reale volontà politica dei loro assistiti. Ma mi consenta di aggiungere che questo non è il caso di nessuno dei miei colleghi che ha citato…
La mia domanda non era affatto tendenziosa…
In ogni caso, i consensi dei colleghi che ha citato vanno di gran lunga oltre il numero dei loro pazienti e quindi il loro successo ha senz’altro una valenza politica. Per quanto mi riguarda, colgo l’occasione per ribadire ai miei potenziali elettori di onorarmi del loro consenso non in quanto medico, ma come un vecchio militante del Partito Socialista, che sente come dovere il continuare quella tradizione riformista che ha dato agli italiani una scuola e una sanità uguale per tutti.
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