giovedì 22 maggio 2008

L'immagine di una campagna

Chiara: Oscar Wilde una volta disse che i due punti più deboli della nostra epoca sono la mancanza di principi e la mancanza di immagine. Sulla mancanza di principi credo che possiamo ancora essere d’accordo. Sulla mancanza d’immagine un po’ meno. Siamo sommersi da immagini, fotogrammi, video, manifesti pubblicitari. L’immagine è ovunque. Semmai il problema, adesso, è la qualità dell’immagine.
Qualità che scarseggia anche nelle “immaginette” elettorali in vista delle Elezioni Amministrative.

Spinoza: cara Chiara, sono d’accordo con te: la qualità dell’immagine dei manifesti elettorali è bassissima. Penosa direi. C’è forse qualcosa di più brutto di una brutta fotografia? In una brutta fotografia tu sai di non essere tu, non ti riconosci, ma qualcuno ha ritenuto di vederti in quel modo, e ti hanno fatto diventare così come vi appari. Sono convinto che nessuno dei candidati quando si rivede nei propri manifesti si piace. O forse si. Credo che dalle nostre parti manchi una cultura dell’immagine. Una profonda cultura dell’estetica.. Eppure i nostri avi ci hanno consegnato il barocco. Dov’ è andata a finire la nostra sensibilità al bello? Diceva Walter Benjamin:” non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l’analfabeta del futuro”.

Chiara: Il problema non è solo la fotografia, è un problema di immagine coordinata. Troppo spesso le didascalie, gli slogan (bruttissima parola ormai in disuso), sono veramente povere di concetti e significati. Non sono accattivanti, non spingono a conoscere oltre il candidato. Ci vuole più glamour, bisogna stuzzicare la curiosità dell’elettore.

Spinoza: Come tu sai la campagna di comunicazione della maggior parte dei candidati non è curata da professionisti del mestiere. Qui l’improvvisazione la fa da padrona. Comincio a convincermi però che la banalità degli slogan e dei manifesti non è dovuta poi così tanto a una mancanza di professionalità, ma una mancanza di contenuti politici dei nostri candidati. In realtà comunicano male perché politicamente non hanno nulla da dire. La politica è una cosa seria. Un’arte nobile. Non è un gioco da improvvisare durante una campagna elettorale.

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